In arrivo, 27 giugno 2025.

Tarquinia, 18 maggio 1976. Anna Francia, in Romano, e Stefano Mecarini viaggiano insieme a bordo di una 127 verde. Non si conoscono, non hanno mai scambiato neanche una parola, a farli sedere uno accanto all’altra in quel caldo pomeriggio primaverile è stato un colpo del destino. Lei è un’elegante signora borghese, moglie di un diplomatico spesso in missione all’estero. Lui è un sedicenne con molti problemi, che porta su di sé il peso di un inestinguibile complesso di inferiorità. Si trova su quell’auto solo perché suo nonno gli ha chiesto di aiutare la donna in un trasloco. Nessuno dei due sa ancora che da quell’incontro scaturirà un brutale femminicidio, che vedrà in lei la vittima e in lui il carnefice.
Avvenuto a distanza di qualche mese e a centocinquanta chilometri dal delitto del Circeo, l’assassinio di Anna non ha certo la stessa eco sui giornali, anzi pare da subito attivamente dimenticato. Stefano, minorenne, viene giudicato «immaturo» e se la cava con una pena lieve. La tragedia, però, ha conseguenze molto profonde su tutte le persone coinvolte, e da essa dipenderà in un certo senso anche la nascita di Andrea Romano, figlio del diplomatico che si risposerà dopo la perdita della prima moglie.
Ora, a quasi cinquant’anni di distanza, Andrea prova a riannodare i fili di un delitto che ha stravolto per sempre una famiglia, e ne ha creata indirettamente una nuova. Un racconto personale che coinvolge e commuove, un femminicidio che ci porta dentro l’Italia degli anni Settanta, tra pregiudizi radicati e istanze di cambiamento nella società.